Sono rimasto alquanto sorpreso quando in questi giorni recandomi a vedere la mostra delle opere del pittore Paolo Caliari il Veronese-
Una mostra delle maggiori opere del pittore veronese del 1500: provenienti dai migliori musei e collezioni private-Ad un certo punto, di scatto, mi sono fermato avanti al dipinto di S.Menna.
Un’opera del 1560 circa, 247×122 cm, olio su tela di notevole valore artistico
Pensare che quel dipinto, solo a Verona, è stato ammirato da
migliaia di visitatori mi ha emozionato-
I! Veronese, riportava la didascalia, dipinse sul davanti
dell'organo di S. Geminiano i vescovi S. Geminiallo e S. Seve ro) e, nel di
dentro, nelle solite nicchie, S. Menna cavaliere e San Giovanni Battista.
Ne ho parlato già nel mio libro ( Santomenna: sui sentieri
della memoria) ma del Santo che anche
noi festeggiamo l’11 novembre ( quest’anno si spera con la statua rimessa a
nuovo) , data la bella occasione, riporto di seguito ciò che ha scritto Fabio
Arduino
Un santo omonimo, eremita del VI secolo, si festeggia,
sempre oggi, a Sant’Agata dei Goti, nel Sannio. (Avvenire)
Patronato:
Pellegrini, Mercanti, Carovanieri del deserto
Emblema: Cammello,
palma
Martirologio Romano:
Oltre il lago Mareotide in Egitto, san Menna, martire.
Martirologio
tradizionale (11 novembre): A Cotieo, nella Frigia, la memorabile passione di
san Menna, soldato Egiziano, il quale, nella persecuzione di Diocleziano, dopo
che, rinunziata la milizia, meritò di militare col Re celeste in segreta
conversazione nella solitudine, si mostrò in pubblico, e, dichiarandosi ad alta
voce Cristiano, prima fu provato con crudeli supplizi; da ultimo, mentre
genuflesso pregava, rendendo grazie al Signore Gesù Cristo, fu percosso colla
spada, e dopo morte rifulse per molti miracoli.
Il culto di San Menna
è assai antico, purtroppo non supportato da provi storiche, ma la sua esistenza
pare non essere messa in dubbio. La sua storia originale è andata persa e fu
riscritta successivamente sfruttandone un’altra, forse quella del martire San
Gordio. Essendo stata inoltre arricchita di ulteriori dettagli fantasiosi nel
corso di generazioni, risulta impossibile ricavare da tale racconto la realtà
dei fatti. Tra le poche cose che si possono affermare con certezza sul suo
conto è che fosse egiziano e nella patria fu martirizzato e sepolto. Assai più
ricca di dettagli è invece la leggenda, secondo la quale fu soldato
nell’esercito romano e fu colto dallo scoppio della persecuzione indetta da
Diocleziano quando era in servizio militare a Cotyaeum in Frigia. Decise dunque
di lasciare l’esercito ed intraprese una vita di preghiera ed austerità come
eremita fra le montagne. Un giorno entrò nell’anfiteatro di Cotyaeum durante i
giochi dichiarandosi cristiano, fu immediatamente arrestato ed il presidente
del tribunale ordinò di torturarlo e decapitarlo.
Le sue spoglie
mortali furono riportate in Egitto ove ricevettero sepoltura. Sulla tomba si
verificarono non pochi miracoli ed il suo culto, quale santo guerriero, si estese
in tutto l’Oriente. Alcune chiese furono edificate in suo onore, anche a
Cotyaeum. Il sepolcro costruito sulla sua tomba del santo a Bumma (Karm
Abu-Mina), nei pressi di Alessandria d’Egitto, fu una frequentatissima meta di
pellegrinaggi sino all’invasione araba del VII secolo. Tra il 1905 ed il 1908
furono scoperte le rovine di una basilica, un monastero, delle terme ed anche
alcune piccole fiale con l’iscrizione “Ricordo di San Menna”, tutto ciò a
testimoniare l’antico culto tributatogli. Le fiale erano utilizzate per
attingere acqua da un pozzo attiguo al reliquiario. Fiale simili, ritrovate in
Africa ed Europa, pare fossero utilizzate per custodire l’olio di San Menna
prelevato dalle lampade della basilica del santo. Nel 1943 il patriarca
ortodosso alessandrino Cristoforo II attribuì a San Menna la sconfitta
dell’esercito di Rommel ad El Alamein e la conseguente salvezza dell’Egitto,
proponendo di restaurare il diroccato sacrario del santo in memoria dei caduti
in battaglia. San Menna è particolarmente invocato per ritrovare gli oggetti
smarriti.
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