sabato 27 settembre 2014

S. Menna e Verona: un legame a me sconosciuto

 
Sono rimasto alquanto sorpreso quando in questi giorni recandomi a vedere la mostra delle opere del pittore Paolo Caliari il Veronese-
Una mostra delle maggiori opere  del pittore veronese del 1500:  provenienti dai migliori musei e collezioni private-
Ad un certo punto, di scatto, mi sono fermato avanti al dipinto di S.Menna.



 
 
Un’opera del  1560 circa, 247×122 cm, olio su tela di notevole valore artistico

Pensare che quel dipinto, solo a Verona, è stato ammirato da migliaia di visitatori mi ha emozionato-

I! Veronese, riportava la didascalia, dipinse sul davanti dell'organo di S. Geminiano i vescovi S. Geminiallo e S. Seve ro) e, nel di dentro, nelle solite nicchie, S. Menna cavaliere e San Giovanni Battista.

Ne ho parlato già nel mio libro ( Santomenna: sui sentieri della memoria)  ma del Santo che anche noi festeggiamo l’11 novembre ( quest’anno si spera con la statua rimessa a nuovo) , data la bella occasione, riporto di seguito ciò che ha scritto Fabio Arduino

 Nonostante la sua figura sia storicamente discussa, Menna è tuttora il santo più popolare in Egitto. Sul suo sepolcro si sviluppò una città (in arabo Karm Abu Mina), detta per i miracoli «la Lourdes paleocristiana». Secondo alcune fonti fu un militare del III secolo, che rinunciò alla carriera per farsi eremita e fu martirizzato sotto Diocleziano. Per altre in Egitto arrivarono le reliquie di un martire della Frigia (Turchia). Altre ancora lo ritengono del secolo IX.

Un santo omonimo, eremita del VI secolo, si festeggia, sempre oggi, a Sant’Agata dei Goti, nel Sannio. (Avvenire)

 Patronato: Pellegrini, Mercanti, Carovanieri del deserto

 Emblema: Cammello, palma

 Martirologio Romano: Oltre il lago Mareotide in Egitto, san Menna, martire.

 Martirologio tradizionale (11 novembre): A Cotieo, nella Frigia, la memorabile passione di san Menna, soldato Egiziano, il quale, nella persecuzione di Diocleziano, dopo che, rinunziata la milizia, meritò di militare col Re celeste in segreta conversazione nella solitudine, si mostrò in pubblico, e, dichiarandosi ad alta voce Cristiano, prima fu provato con crudeli supplizi; da ultimo, mentre genuflesso pregava, rendendo grazie al Signore Gesù Cristo, fu percosso colla spada, e dopo morte rifulse per molti miracoli.

 Il culto di San Menna è assai antico, purtroppo non supportato da provi storiche, ma la sua esistenza pare non essere messa in dubbio. La sua storia originale è andata persa e fu riscritta successivamente sfruttandone un’altra, forse quella del martire San Gordio. Essendo stata inoltre arricchita di ulteriori dettagli fantasiosi nel corso di generazioni, risulta impossibile ricavare da tale racconto la realtà dei fatti. Tra le poche cose che si possono affermare con certezza sul suo conto è che fosse egiziano e nella patria fu martirizzato e sepolto. Assai più ricca di dettagli è invece la leggenda, secondo la quale fu soldato nell’esercito romano e fu colto dallo scoppio della persecuzione indetta da Diocleziano quando era in servizio militare a Cotyaeum in Frigia. Decise dunque di lasciare l’esercito ed intraprese una vita di preghiera ed austerità come eremita fra le montagne. Un giorno entrò nell’anfiteatro di Cotyaeum durante i giochi dichiarandosi cristiano, fu immediatamente arrestato ed il presidente del tribunale ordinò di torturarlo e decapitarlo.

 Le sue spoglie mortali furono riportate in Egitto ove ricevettero sepoltura. Sulla tomba si verificarono non pochi miracoli ed il suo culto, quale santo guerriero, si estese in tutto l’Oriente. Alcune chiese furono edificate in suo onore, anche a Cotyaeum. Il sepolcro costruito sulla sua tomba del santo a Bumma (Karm Abu-Mina), nei pressi di Alessandria d’Egitto, fu una frequentatissima meta di pellegrinaggi sino all’invasione araba del VII secolo. Tra il 1905 ed il 1908 furono scoperte le rovine di una basilica, un monastero, delle terme ed anche alcune piccole fiale con l’iscrizione “Ricordo di San Menna”, tutto ciò a testimoniare l’antico culto tributatogli. Le fiale erano utilizzate per attingere acqua da un pozzo attiguo al reliquiario. Fiale simili, ritrovate in Africa ed Europa, pare fossero utilizzate per custodire l’olio di San Menna prelevato dalle lampade della basilica del santo. Nel 1943 il patriarca ortodosso alessandrino Cristoforo II attribuì a San Menna la sconfitta dell’esercito di Rommel ad El Alamein e la conseguente salvezza dell’Egitto, proponendo di restaurare il diroccato sacrario del santo in memoria dei caduti in battaglia. San Menna è particolarmente invocato per ritrovare gli oggetti smarriti.