domenica 19 maggio 2013

IL LIBRO SU SANTOMENNA COINVOLGE ANCHE GLI AMICI DI VERONA


La mail inviata agli amici di Verona
Amici carissimi,
questa volta una News insolita da parte di chi ogni tanto vi ha “disturbato” con le iniziative di Prospettiva Famiglia o con le attività della Circoscrizione.
Dalla politica per un poco  vorrei “disintossicarmi “. Se la situazione politica nazionale è disastrosa ancora peggio è quella a livello locale: ormai alle Circoscrizioni non viene lasciato alcun potere, il più delle volte il loro ruolo viene offeso e mortificato.... meglio fare altro !!
Nel frattempo ho trovato il tempo per ritornare alle mie origini e dedicarmi al mio paesino natio al quale sono rimasto sempre legato.

giovedì 9 maggio 2013

DALL'ARGENTINA E DAL CANADA I PRIMI ORDINI DEL LIBRO

Sono arrivati i primi ordinativi del libro... dall'Argentina e dal Canada.
L'amico Alfonso Figurelli, per il momento, ne ha ordinato trenta ...
Ringrazio Afonso che sin dall'inizio ha sostenuto ed incoraggiato la mia iniziativa.
Un'altra decina verranno spediti a Maria Nicoletta in Canada. ,,, grazie anche a te Maria.
Il blog ha avuto più di 1700 contatti ... se son fiori fioriranno.
Mi farebbe piacere che qualcuno coprisse l'area de
gli Stai Uniti

VEDI AVVISO RIGUARDO AGLI ORDINI

venerdì 3 maggio 2013

AVVISO RIGUARDO ALLA DISTRIBUZIONE DEL LIBRO

AVVI S O

In questi giorni sono state consegnate le prime stampe del libro "Santomenna: sui sentieri della memoria" scritto dal nostro concittadino Andrea Salandra. Una raccolta di foto e testimonianze che raccontano il difficile periodo dell'emigrazione e la vita negli trenta/sessanta.

Il Comitato, su suggerimento di Andrea, ha ritenuto di far arrivare queste
prime copie a coloro che vivono all'estero o comunque fuori Santomenna.

A fine giugno, arriveranno le altre copie e verranno  date in paese.

L'INTENTO E' DI FARE AVERE IL LIBRO A TUTTI I  SAMMENNESI IN OCCASIONE DELLA FESTA. 
Un modo per rendere ancora più partecipata la "NOSTRA FESTA".

E' INTENZIONE DEL COMITATO ORGANIZZARE UN EVENTO LEGATO ALLA PUBBLICAZIONE IL PROSSIMO 30 GIUGNO.

Si chiede ai sammennesi che abitano in paese di avere pazienza.

Preghiamo tutti coloro che intendono fare pervenire in "ANTEPRIMA" il volume ai loro parenti all'estero di segnalare il/i nominativo/i ad uno dei componenti del Comitato.
UNA VOLTA RACCOLTE LE SEGNALAZIONE  PROVVEDEREMO A SPEDIRE LE COPIE.

LA PUBBLICAZIONE VIENE DATA IN CAMBIO DI UNA OFFERTA CHE POTRA' PERMETTERCI DI REALIZZARE QUALCHE OPERA SOCIALE PER SANTOMENNA.

Il Comitato: Filomena Calabrese, Annamaria Di Gianni, Davide Calabrese e Michele Di Geronimo

La tradizione contadina che unisce


Un brano scritto da Raffaele Loffa, ex Sindaco di Carife.
La tradizione contadina che unisce


Nel corso dell’anno, di buon mattino, potevi assistere ogni giorno ad una scena veramente simpatica: preceduta da un ritmico e cadenzato scalpitìo di zoccoli ferrati sul selciato delle vie cittadine un asino, con il padrone già a cavallo,  si avviava verso la campagna percorrendo una strada che conosceva ormai a memoria, tanto che si poteva dire che non era il contadino a guidare “la vettura con il pelo” verso il duro lavoro di una nuova giornata, ma era proprio la povera bestia a guidare l’allegra compagnia.
Del curioso corteo facevano parte,  quasi sempre, una riluttante capra che, legata con una fune (“la zoca”) al basto (“la varda”), si lasciava trascinare seguita da una pecora quasi rassegnata. Pecora e capra belavano il proprio disappunto, perché avevano lasciato a casa i loro piccoli, che avrebbero rivisto e allattato solo a sera.
 La maleodorante compagnia era arricchita dalla presenza di un allegro e impertinente cagnolino “da pagliaio”, che abbaiava la sua gioia zigzagando davanti a tutti a destra e a sinistra; se incontrava qualche ringhioso cane più grande aveva paura, metteva la coda tra le gambe e si rifugiava al sicuro tra le zampe dell’asino o del mulo. L’allegra brigata era chiusa quasi sempre da una donna che, portando in equilibrio sulla testa una cesta (“ la cosc’na”), con le mani sui fianchi, seguiva quasi in disparte.
Spesso, invece della cesta, le donne portavano sulla testa la culla con dentro il bambino piccolo: tra una poppata e l’altra avrebbe sgambettato tutto il giorno nella sua “cunnula” (dal latino “cunulae” ), sistemata all’ombra di un albero, con il rischio di vedere aggirarsi nei paraggi un serpente, attratto dall’odore del latte, che il piccolo portava con sé.
Dal zinale di lei (“lu sunual’”), tenuto allacciato in vita da una striscia di stoffa, pendeva la lunga e pesante chiave di casa.
 A sera quasi inoltrata la stessa scena si ripeteva…al contrario.
Ad andare a cavallo era il più delle volte il poco “cavaliere” e solitamente più acciaccato ed affaticato uomo: alla donna era consentito aggrapparsi alla coda dell’animale e farsi trascinare lungo le salite più ripide, che conducevano verso Carife.
In alcuni momenti dell’anno, specialmente durante la trebbiatura e la raccolta delle olive, il “traffico” di animali e persone era molto più intenso e spesso le “fontane abbeveratoio” dell’Addolorata, delle Fontanelle, dei Fossi, del Giuliano si  riempivano e si intasavano di animali in attesa di dissetarsi.
Il segno che in casa si produceva il formaggio veniva dato dalla presenze delle fiscelle di giunco (“fascedd’”) e, soprattutto, dal “casiere”, una sorta di trabiccolo incannucciato appeso al soffitto, lontano da gatti e topi. Su di esso venivano disposte ad asciugare in bell’ordine profumate pezze di formaggio e di cacio ricotta (“masciottole”). Accanto c’era sempre il maleodorante “quaglio”, uno stomaco di capretto nel quale fermentava il latte spesso rabboccato.
Ricordo che noi bambini aspettavano ansiosi la cagliata, perché potevamo mangiare il “siero” tutti insieme in una grossa zuppiera, nella quale, oltre ai pezzi di pane, era possibile “pescare” o catturare a gara qualche saporitissimo pezzetto di formaggio, che nostra madre, magari volutamente, si era lasciato sfuggire: davvero una squisitezza. Ma forse, oltre alla bontà di ciò che mangiavamo, era proprio la fame a far sembrare tutto più saporito, altro che Kinder fetta latte… e merendine varie, omogeneizzati e biscottini Plasmon…
Certo oggi è diventato tutto maledettamente complicato e molti, a incominciare da me, vorrebbero vivere in altro mondo, in un altro tempo, in un altro luogo, magari in un altro corpo, che ci costringe spesso a lunghe attese nei laboratori di analisi, nelle anticamere degli specialisti, a imbottirci di pillole e pasticche, secondo orari scanditi dal suono del promemoria di un telefonino…
Tutto questo a qualcuno potrebbe apparire retorico, decadente, patetico, prosaico ma così è e bisogna farsi coraggio e andare avanti, senza vigliaccherie…e senza facili catastrofismi.
Non avendo ancora nipoti racconto la mia storia, che è in fondo la stessa per molti altri tra di voi, ai figli e ai nipoti dei miei amici e di quanti hanno vissuto quel mondo, nemmeno tanto lontano…
La vita è bella e merita di essere vissuta, anche quando sembra che non ti trovi più a tuo agio e vengono meno i punti fondamentali di riferimento. Te ne accorgi quando vai al cimitero nuovo o a quello vecchio: centinaia di volti noti fin dall’infanzia ti osservano dalle loro lapidi e sembrano dirti: “Prenditela comoda quanto vuoi, ma sappi che qui tutti noi ti stiamo aspettando…”

FRESCHI DI STAMPA

FRESCHI DI STAMPA.
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