sabato 9 aprile 2016

BREVE STORIA DI SANTOMENNA ( anche in inglese a vantaggio dei figli dei nostri emigranti) tratta dal mio libro


                            
 Brevi cenni storici            BRIEF HISTORY
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Santomenna, che si erge su un crinale a 540 metri sul mare, ai limiti della provincia di Salerno, stupisce chi lo visita per la posizione paesaggistica montana di notevole fascino oltre che per la sequela di chiese che, prima del terremoto del 1980, si snodavano dall’entrata del paese fin su al Convento: per trovare una giustificazione all’abbondare di luoghi sacri, sproporzionato alla popolazione, bisogna risalire alle origini di questo paese .

Sebbene si abbiano testimonianze che la valle del Sele fu abitata secoli avanti Cristo, non vi è prova diretta di insediamenti nel territorio dell’attuale paese, né si conosce un toponimo precedente all’attuale.
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Santomenna stands on a ridge 540 meters above the sea-level, at the edge of the province of Salerno. It provides a stunning sight thanks to it mountain location of considerable charm and the churches that before the 1980 earthquake were scattered in the village. To find a justification for the multitude of sacred places, disproportionate to the relatively small population, one must understand the history of the village.

Although there is evidence that the river Sele valley was inhabited centuries BC, there is no direct evidence of settlements in Santomenna itself, or of any other names prior to the current one.
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Pare che Santomenna si sviluppò e nacque ufficialmente attorno all’860 dopo Cristo nelle immediate vicinanze del Convento dei monaci Benedettini a cui i conquistatori Longobardi donarono queste terre. La presenza dei frati Benedettini e del loro convento attirò una quantità di gente che gravitava intorno al convento (in cerca di lavoro e di protezione dall’invasioni barbariche), espletando le mansioni necessarie allo sviluppo della comunità.
Questo insediamento assunse il nome di San Menna, santo venerato in loco, un santo (Menas), non dimentichiamolo, egiziano ed il cui culto fu probabilmente introdotto dai monaci Basiliani arrivati

anche a Santomenna, intorno al VI secolo d.c., al seguito dei Bizantini, quando questi sottrassero l’Italia ai Goti.

 ( Il ritrovamento di alcuni materiali ceramici databili al V-IV sec. a.C. trovati all’Abetina e a l’Aulecina testimoniano presenze umane nel periodo greco, lucano e romano.

Sicuramente in epoca Romana molti paesi sorgevano lungo una strada antica che dalla Sella di Conza (Appia) costeggiando le montagne arrivava sino a Polla (Popilia).
Da qui partiva anche “la via della Seta”)
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Santomenna was apparently born around 860 AD near the Convent of Benedictine monks who received these lands as a donation from the Lombards. The Benedictine monks and their convent attracted to the village a number of people, seeking jobs and protection from the Barbarians.

The settlement was named after San Menna, an Egyptian saint whose cult was probably introduced by Basilian monks arrived around the sixth century A.D., following the Byzantines, who ruled Italy after the Goths.

(The discovery of ceramics dating back to the IV-V century BC in the Abetina and Aulecina areas testifies the existence of settlements in the area in the Greek, Lucan and Roman time. For sure in Roman times many villages stood along an ancient road that from Sella di Conza reaching up to Polla (Popilia) along the mountains. The "Silk Route” is also though to start from here.

 
Come già accennato, non si conosce un toponimo precedente, anche se ci sono testimonianze dell’esistenza di un borgo molto più antico. Certo è che, quando i Benedettini soppiantarono i Basiliani, trovarono una comunità rurale la cui sussistenza era legata alla vita del Monastero. La presenza dei monaci continuò fino al terremoto del ‘990 quando, crollato il convento, i monaci, anche a causa di numerose incursioni Saracene, lasciarono l’insediamento.

Nel 1200 Santomenna divenne feudo del vescovo di Conza, perciò vide sorgere un palazzo vescovile, successivamente ampliato, poiché il vescovo decise di creare nel paese una delle sue dimore (Seminario) per sfuggire i rigori del clima conzano. Un’altra residenza fu stabilita nel casale di S. Andrea di Conza che ha funzionato sino ai giorni nostri come Seminario. Di seguito la copia dell’editto di riapertura avvenuta poi nel 1888/89.

 (  I Goti, di origine germanica, in zona, ebbero duri scontri con i Bizantini, rappresentanti dell’impero romano d’Oriente che riuscirono a prendere il potere per poco, in quanto nel 568 un altro popolo germanico, i Longobardi, si insediò, nell’Italia meridionale, con il Ducato di Benevento (570-71 d.c.). Il Ducato venne suddiviso in Distretti, ognuno amministrato da un governatore chiamato “Gastaldo” e, solo successivamente “Conte”: da cui “gastaldati” e “contee”. I terreni di Conza, verosimilmente, costituirono un “gastaldato”. Proprio da Conza, nell’839 d.c., partirono dei congiurati che riuscirono ad ottenere la scissione del grande Ducato di Benevento in tre principati minori: Benevento, Capua e Salerno (Citra) che negli anni successivi si combatterono tra loro. Santomenna fu compreso nel Principato di Citra o Citeriore che aveva i suoi confini al di là di Conza, verso Frigento)

 As mentioned earlier, we do not know any names prior to Santomenna. However, there is evidence of the existence of a much older village. Certainly, when the Benedictine supplanted the Basilian they found a rural community whose livelihood was linked to the life of the Monastery. The presence of monks continued until the 990 earthquake, when following the collapse of the monastery, and due to many Saracen raids, the monks left the settlement.

In 1200 Santomenna became part of the manor of the bishop of Conza, and the bishop palace was consequently built. The building was later expanded, since the bishop decided to create in the village one of its chambers (Seminar) to escape the cold weather in Conza. Another residence was established in Sant’Andrea di Conza, that is still operating as a Seminar. Below a copy of the edict for the reopening, which occurred in 1888/89.
 

(The Goths, of Germanic origin had violent clashes with the Byzantines, representatives of the Roman Empire of the East who managed to hold the power for only a short time, as in 568 another Germanic people, the Lombards, settled in southern Italy, in the Duchy of Benevento (570-71 AD).  The Duchy was divided into districts, each administered by a governor called "Gastaldo" or, later on, "Count”. From Conza, in 839 AD, left the conspirators who managed to split of the large Duchy of Benevento in three minor principalities: Benevento, Salerno and Capua (Citra). Santomenna was included in the Principality of Citra that had its boundaries beyond Conza, towards Frigento)


Nel medioevo Santomenna ebbe notevole importanza politico-amministrativa nell’alta valle del Sele, in quanto sede di un tribunale civile ed amministrativo e di un seminario diocesano.

Purtroppo l’episcopio, centro della vita della comunità, fu fortemente danneggiato dal terremoto del 1561. Nel 1582 sulle rovine del monastero benedettino sorse il convento dei cappuccini, con una chiesa intitolata anche a S. Francesco. Il palazzo vescovile venne invece ricostruito dall’arcivescovo Paolo Carovita nel 1675.

Nel 1647, intanto, l’arcivescovo Ercole Rangone, modenese, aveva provveduto ad ampliare la Chiesa madre. Sia Ercole Rangone che Paolo Carovita vennero sepolti nel convento che a sua volta venne ampliato nel 1729 da Padre Battista De’ Ruggeri.


In medieval time Santomenna had considerable political and administrative relevance, having a civil and administrative court as well as a seminary.

Unfortunately the bishop palace, that was the centre of the community life, was severely damaged by the earthquake in 1561. In 1582 from the ruins of the Benedictine monastery arose a Capuchin monastery, with a church dedicated to St. Francis. The episcopal palace was rebuilt by the Archbishop Paolo Carovita in 1675.

In 1647, meanwhile, the Archbishop Ercole Rangone expanded the main church. Both Ercole Rangone and Paolo Carovita were buried in the monastery which was expanded in 1729 by Father Battista De 'Ruggeri.

Alla fine del diciassettesimo secolo il vescovo teatino Gaetano Caracciolo  ampliò anche il palazzo vescovile e costruì la chiesa di San Gaetano e diede nuovo lustro al paese tenendo nel piccolo

centro due sinodi Diocesani.

Nel periodo napoleonico Santomenna, a seguito della scissione del principato di Citra, fu annessa al distretto di Campagna. Nello stesso periodo, venne chiuso il convento dei Cappuccini e fu abbandonato il palazzo vescovile (episcopio) di Santomenna che venne infine destinato a sede municipale.

Venuta meno l’antica struttura ecclesiale, le diocesi furono ridimensionate e quella di Campagna passò sotto l’amministrazione dell’arcivescovo di Conza, che si stabilì a Campagna. Di conseguenza l’episcopio di Santomenna decadde dal suo ruolo e l’importanza religiosa del paese andò scemando.

 At the end of the seventeenth century the Bishop Gaetano Caracciolo expanded also the Episcopal Palace, built the church of San Gaetano and revamped the village keeping two Diocesan synods.

In the Napoleonic period, following the split of the Principality of Citra, Santomenna was annexed to the district of Campagna. At the same time, the Capuchin convent was shut and the Episcopal palace was abandoned. Santomenna ultimately became a municipal seat.

After the failure of the ancient ecclesial structure, the dioceses were resized and Campagna was put under the administration of the Archbishop of Conza, who settled in Campagna. Consequently the religious importance of the village went diminishing.

 Quando nel 1860, Garibaldi giunse a cavallo ad Eboli, una squadra di garibaldini venne ad occupare anche l’alta valle del Sele. Nel 1880 un Regio Decreto di Umberto I autorizzò il cambio del nome

da Santa Menna a Santomenna.

Nel 1886 venne soppresso definitivamente il Convento dei Cappuccini.

(Alcuni testimoni riferiscono di aver sentito dire che l’ultimo monaco ha abbandonato il Convento agli inizi degli anni venti.).

Dopo l’unificazione, i paesi a sinistra del Sele, tra cui Santomenna, furono aggregati alla diocesi di Salerno e, nel 1921, passarono alla diocesi di Campagna, nuovamente autonoma. Nel frattempo grossi mutamenti si avvertirono nell’assetto socio economico del paese che visse in modo drammatico la crisi che, dall’inizio del ¢900, portò all’abbandono dei centri minori e diede il via all’esodo migratorio che spopolò anche Santomenna.

In 1860, when Garibaldi came riding to Eboli, a team of partisans came to occupy the valley of the Sele river. In 1880 a Royal Decree of Umberto I authorized the name change from Santa Menna to Santomenna.

In 1886 the Capuchin Convent was finally shut down. (However, some witnesses report that the last monk abandoned the convent in the early twenties).

After the unification, the villages on the left of the Sele river, including Santomenna, were aggregated to the diocese of Salerno and, in 1921, to the diocese of Campagna. Meanwhile big social and economic changes occurred. Santomenna was dramatically hit by the crisis that at the beginning of 1900 led to the desertion of small settlements and to the migration that depopulated also Santomenna.

 

Come vedremo nell’apposito capitolo, l’alta valle del Sele, alla fine della seconda guerra (1943) fu teatro della ritirata dei tedeschi che avvenne sotto un martellante bombardamento degli Anglo-Americani.

Vari terremoti hanno segnato la storia di questo paese che comunque, anche dopo quello devastante dell’1980, ha sempre orgogliosamente rialzato il capo e messo in campo tutte le energie per ritrovare, tra tante difficoltà, l’identità di comunità provata ma non spezzata.

 At the end of WW2 (1943) the river Sele valley was the scene of the German retreat that occurred under a pounding bombardment of the Anglo-Americans army.

Several earthquakes have marked the history of this village. Even after the devastating 1980 earthquake, Santomenna has proudly raised his head and proven that the hearth of the community is still beating strong.