lunedì 16 settembre 2013

l COMMENTI E LE RECENSIONI PIU' BELLE


Con la presentazione del libro fatta il 6 settembre 2013 a Verona, possono considerarsi chiusi gli eventi di lancio del libro.


 Santomenna: sui sentieri della memoria di Andrea Salandra ( www.santomenna.blogspot.com)

Un impegno lungo ma ricco di soddisfazioni, testimoniato dalle richieste pervenute ( anche dagli amici di Verona) e da tanti bei commenti, apprezzamenti e riconoscimenti: in fondo a  questa pagina ne riporto alcuni.

Anche dei contributi raccolti sono soddisfatto ( appena possibile il Comitato pubblicherà un breve resoconto). Ci sono comunque ancora altre copie del libro disponibili che aspettano di essere richieste per incrementare il "raccolto".

Chiunque volesse contribuire ad incrementare il fondo lo può fare anche liberamente versando il proprio contributo sul conto i cui estremi, lo ricordo, sono:

 Code  IBAN IT62 GO76 0111 7000 0101 3577 125

Code BIC/SWIFT  BPPIITRRXXX (necessary for payments from abroad)

A favore/ To: Comitato "Santomenna:sui sentieri della memoria

 Quanto prima, con il Comitato, decideremo l’attività da finanziare.

In tal senso si accettano suggerimenti.

 

Alcune recensioni


  




Il mio libro esibito con orgoglio fra gli emigrati in Argentina, Australia, USA, Canada, Venezuela, Belgio,Svizzera e Germania oltre che da quelli, come me, sparsi in tutta Italia.
 



 Il Comitato che si è costituito per sostenere la distribuzione del libro ( a scopo benefico) oltre che di un C.F. si è dotato anche di un Codice IBAN IT62 GO76 0111 7000 0101 3577 125 a cui chiunque può inviare un contributo che verrà utilizzato per realizzare un progetto sociale per la comunità di Santomenna.

 

 


Alcuni commenti lasciati sul blog www.santomenna.blogspot.com


-Il tuo libro é sicuramente un delizioso atto d´amore per il tuo paesello e per il nostro mitico sud. Domenico Robertazzi ( Germania)

-Ricordo le donne di Santomenna che lavoravano alla raccolta dei pomodori, quando sostavano ad Eboli e si dividevano all’entrata del paese, per aggregarsi al padrone di turno. Ricordo molti autobus stracarichi di donne anche di altri paesi, erano centinaia. Anche i ricordi dei mietitori in Puglia. Questa storia l’ho sentita raccontare da mio suocero Pasquale Turi che da giovane ha vissuto questa dura esperienza. Anche certi discorsi sulla mietitura a Santomenna e sulla scaletta da seguire per trebbiare. Troppi fatti mi trasportano in quella vita contadina e di miseria. Mi hanno commosso. …

Ci si accontentava di quello che passava “il convento”, ma alla prima occasione si diventava aquilone e si prendeva il volo verso terre lontane, pur se con la morte nel cuore . Rolando Capozzoli (Torinio)


-“ Il suo libro professore Salandra, ci riporta al centro delle nostre radici. Un ringraziamento particolare a lei professore, per il suo minuzioso lavoro di ricerca e produzione di uno spaccato di storia che, per nessuna ragione può e deve essere perduto. Ancora un grazie, Professore, per la Sua importante iniziativa di devolvere i proventi delle offerte per la distribuzione di questo libro, ad attività di pubblico servizio nel territorio” Angelica Saggese Senatrice della Repubblica


-Un libro bellissimo da leggere tutto d'un fiato come ho fatto io. Filomena

Il commento, secondo me più azzeccato lasciato sul blog

“A pensare a tutte quelle cose vissute, perché  io le ho vissute, mi viene tanta malinconia, e tanti brutti ricordi, per questo motivo mi vengono le lacrime ma tanta gioia di averle sorpassate.. "


A seguire due, fra le numerose recensioni,che meglio hanno colto il senso del mio libro.

Santomenna: come ”ricostruire” un paese

Ho camminato in lungo e in largo per il paese di Santomenna, ho visitato i suoi monumenti, le sue strade non entrandoci fisicamente con scarpe e tutto, ma scorrendo avanti e indietro il bel libro che Andrea Salandra gli ha dedicato, con amore di figlio, con scrupolo e diligenza di ricercatore, in grado di avvalersi della comunicazione tecnologica, con cui si possono collegare in un clic uomini e ricordi lontanissimi. In verità è un album, più che un libro,  un album della memoria che raccoglie numerose storie individuali o familiari, di molti sammennesi, da testimonianze dirette e da ricordi ancora ben nitidi, riuscendo a documentare per esteso circa un secolo e mezzo di storia (compresa l’immane epopea della Grande Emigrazione) e a comporre la memoria collettiva in un dettagliato profilo della vita e della cultura di una comunità contadina del Mezzogiorno, bersagliata nei secoli da terremoti e calamità varie, eppure capace di riprendersi ogni volta, di ricostruire nuove opportunità di sopravvivenza e insieme spazi e simboli comunitari e identitari. Si può pensare che queste vicende non sono affatto originali o esclusive di Santomenna, ma si ripetono per un’infinità di paesi, dalle Alpi a Lampedusa, ma non è poco poter sapere in modo documentato che per quelle persone, per quelle famiglie, le cose sia andate come sono andate: sono tutte storie di vita, di vite vere, tutte uguali e diverse per dettagli e ragioni speciali, da cogliere con empatia e insieme con l’attenzione filologica che la storia della memoria richiede. Va detto che l’autore si è trovato a fare i conti con una memoria dispersa ai quattro angoli della Terra da un’emigrazione antica e recente, (che lo ha interessato direttamente), una memoria, però, mantenuta viva un tempo da una fitta corrispondenza e soprattutto dai ritorni a casa per le feste o le ferie e oggi dalla diffusione di internet, che non solo ha facilitato il ritrovarsi, ma ha permesso di avvicinarsi, di dialogare, di riannodare i fili, di riconoscersi ancora membri della stessa comunità, in via di ricostituzione, ma già con un patrimonio di storie, di immagini, in parte fissate, nero su bianco, in un libro, in parte ancora in aria, ancora da trascrivere, anzi da trasmettere. Quello di Andrea Salandra è pertanto un libro aperto, un libro continuo, come fanno pensare la lunga e magnifica galleria fotografica in fondo al volume e la presenza del DVD con le registrazioni in diretta (i testi del parlato, in qualsiasi dialetto del mondo, non sono mai facili da trascrivere, perché sono detti e non scritti e così vanno conservati e diffusi): si tratta in entrambi i casi di frammenti, di tasselli di vita, di memoria, di storia, che continueranno ad accumularsi e ad arricchire il patrimonio di umanità della comunità a cui si riferiscono, comunità destinata, forse anche grazie a un libro come questo, ad avere ancora una vita lunga e felice.

Giovanni Viviani, paesologo, Preside, oltre che apprezzato cultore della civiltà contadina della Valpolicella, e non solo ..

E’ il bel libro formato album che Andrea Salandra, preside in pensione, emigrato a Verona circa 40 anni fa, ha scritto con perizia e rigore storico, anche se la sua formazione è scientifica. Lo ha presentato di recente insieme a parenti, autorità ed amici nella sua cittadina natale. Dalle pagine che scorrono con un corredo di foto in bianco e nero emerge il suo amore per il paese natale. “Spero che con il ricavato di questa pubblicazione- dice- si possa finanziare qualche attività sociale di Santomenna”. .. Il libro di 164 pagine con un’appendice fotografica ponderosa riserva un capitolo rilevante all’emigrazione italiana nel Novecento, tema, come i nostri lettori sanno, a me particolarmente caro. L’autore ha ricostruito il flusso dell’emigrazione dal paesino dell’alta valle del Sele verso le Americhe, tra cui proprio la famiglia Salandra. Tramite il sito del grande museo dell’emigrazione USA di Ellis Island, il prof. Salandra è riuscito a ricostruire gli sbarchi di suoi parenti e di altri sammennesi che lasciarono la propria terra. Tra quelli che maggiormente si distinsero sul suolo americano l’autore ha ricordato in un capitolo Frank Carlucci, diplomatico e uomo politico, nato in Pennsyilvania e laureatosi a Princeton. Fu anche vicedirettore della CIA. Nel libro si raccontano anche storie di emigrati in Argentina, in Venezuela, in Australia, Svizzera, Belgio. Sono altri i sammennesi che si distinsero nei loro paesi di accoglienza e che qui per ragioni di spazio non possiamo ricordare. Il testo costituisce anche uno spaccato della società meridionale negli anni immediatamente dopo la seconda guerra mondiale, con una descrizione dettagliata della civiltà rurale e degli antichi mestieri artigiani ormai quasi del tutto scomparsi. La mietitura, la cattura delle api, la preparazione della calce viva, la preparazione della carbonella erano tutte attività legate a quella civiltà che ormai vivono solo nei ricordi degli anziani. Non sono trascurate le abitudini alimentari di una volta, i giochi e i passatempi che si praticavano quando ancora non c’era la televisione. Il capitolo delle superstizioni e delle magie nell’immaginario del mondo contadino richiama alla memoria le magnifiche pagine del famoso libro di Carlo Levi  Cristo si è fermato ad Eboli. Altro capitolo interessante è quello dedicato alle feste che si celebravano e ancora oggi si celebrano in paese tra cui la più importane quella di S. Maria delle Grazie. Al libro, che si sfoglia come un album di ricordi, è allegato un CD che contiene interviste e testimonianze dei sammennesi, molti dei quali emigrati all’estero e tornati perché attratti dal richiamo del loro paese natio. E’ forse proprio questo il senso del contributo storico, letterario e iconografico che il prof. Salandra ha voluto dare con questo prezioso libro alla sua cittadina natale: l’orgoglio delle proprie radici, l’appartenenza ad una comunità che si porta nel cuore.

 
Antonio Corbisiero  Direttore del Centro Studi per le migrazioni Pascal D'Angelo di Mercato S. Severino  che è stato  pubblicato sul quotidiano online “Dentro Salerno” e sul quotidiano “ Roma”
  Carissimi, tante sincere congratulazioni per la pubblicazione " Santomenna...". veramente "sui sentieri della memoria"!E' un lavoro molto ampio e interessante -e non solo per i nativi o residenti- ricco, completo, articolato: siete stati bravissimi, in primis tu Andrea, autore dell'opera  ma anche i tuoi collaboratori , soprattutto la cara Laura. Dev'essere stato per voi sia un grande impegno sia un' intima soddisfazione  unita alla commozione di andare alla ricerca di luoghi, persone, vicende ,ricordi lontani per far riaffiorare un passato, talora assopito ma mai dimenticato, sul filo della memoria di tanti! La lettura ha appassionato anche me che quel mondo ovviamente non conoscevo; inoltre mi ha fatto emozionare e riflettere sulle mie esperienze  dell' infanzia ,anch'io con radici paterne meridionali.....E alla mia attuale età  quando "breve la speme e lunga della memoria il corso" (Leopardi riadattato dall'Agliuzza) è un esercizio consolatorio nonchè frequente. Bellissimi i due pensieri introduttivi di pag. 9 : condivido pienamente, speriamo il meglio per il futuro.    
Grazie per questo vostro gradito dono e  un affettuoso abbraccio Piera Liuzza
 

 
L’articolo apparso sul giornale L’Arena per annunciare la presentazione del libro alla Sagra di Santa Croce ( 6-sett.-20139)

ALCUNE FOTE SCATTATE IN OCCASIONE DELLA PRESENTAZIONE DEL LIBRO AVVENNUTA A VERONA IL 6 SETT 2013


 




 


lunedì 2 settembre 2013

A VERONA IL LIBRO SU SANTOMENNA

Amici carissimi,
come qualcuno di voi già saprà, all’inizio dell’estate ho avuto il piacere di dedicare un libro al mio paese di origine dal titolo “Santomenna: sui sentieri della memoria”.
Un successo inaspettato: in un paio di mesi, sono state distribuite/richieste  700/800 copie, particolarmente fra gli emigranti  sparsi in tutto il mondo ( vedi blog www.santomenna.blogspot.com)

Il libo di 164 pagine, con un’appendice fotografica ponderosa, dedica un capitolo rilevante al fenomeno dell’emigrazione e alla civiltà contadina degli anni che vanno dal dopoguerra sino ai primi anni sessanta.

E’uno spaccato della società meridionale  negli anni immediatamente dopo la seconda guerra mondiale, con una descrizione dettagliata della civiltà rurale e degli antichi mestieri artigiani ormai quasi del tutto scomparsi. La mietitura, la cattura delle api, la preparazione della calce viva, la preparazione della carbonella erano tutte attività legate a quella civiltà e ormai vivono solo nei ricordi degli anziani che io ho raccolto in un DVD allegato.
Non sono trascurate le abitudini alimentari di una volta, i giochi e i passatempi che si praticavano quando ancora non c’era la televisione.
Un capitolo è dedicato alle superstizioni e le magie nell’immaginario del mondo contadino.
Argomenti che, secondo me, accomunano moltissimo, più di quanto si possa credere, il piccolo centro dell’entroterra salernitana alle nostre contrade della Lessinia e alla campagna veronese in genere.

E’ questo uno dei motivi per cui ho accettato volentieri l’invito del Comitato Festa di S.Croce  a presentare anche a Verona il libro che parla del mio paese.
Sono certo che, come in altre occasioni, gli amici mi aiuteranno a sostenere questa iniziativa, in favore del mio paese, quasi raso al suolo dal terremoto dell’80.
Il libro non è in vendita, viene dato in cambio di un’offerta.
Il ricavato, gestito da un apposito Comitato di giovani sammennesi,  servirà a finanziare qualche attività sociale nel piccolo centro del salernitano-
Potrebbe trattarsi anche solo di una lapide per ricordare il sacrificio dei nostri emigranti, ( anche grazie alle loro rimesse, nel dopoguerra, in Italia abbiamo raggiunto un progresso economico inaspettato) ma siamo fiduciosi di riuscire a fare qualche intervento a favore della comunità.
Vi aspetto venerdì 6 settembre alle 18 nell’ Oratorio della Parrocchia di S.Croce ( in fianco al Cinema Alcione)