Con la presentazione del libro fatta il 6 settembre
2013 a Verona, possono considerarsi chiusi gli eventi di lancio del libro.
Un impegno lungo ma ricco di soddisfazioni, testimoniato dalle richieste pervenute ( anche dagli amici di Verona) e da tanti bei commenti, apprezzamenti e riconoscimenti: in fondo a questa pagina ne riporto alcuni.
Anche dei contributi raccolti sono soddisfatto (
appena possibile il Comitato pubblicherà un breve resoconto). Ci sono comunque ancora altre copie del libro disponibili che aspettano di essere richieste per incrementare il "raccolto".
Chiunque volesse contribuire ad incrementare il fondo
lo può fare anche liberamente versando il proprio contributo sul conto i cui
estremi, lo ricordo, sono:
Code BIC/SWIFT BPPIITRRXXX (necessary for payments from abroad)
A favore/ To: Comitato "Santomenna:sui sentieri
della memoria
In tal senso si accettano suggerimenti.
Il
mio libro esibito con orgoglio fra gli emigrati in Argentina, Australia, USA,
Canada, Venezuela, Belgio,Svizzera e Germania oltre che da quelli, come me,
sparsi in tutta Italia.
Il Comitato che si è costituito per sostenere
la distribuzione del libro ( a scopo
benefico) oltre che di un C.F. si è dotato anche di un Codice IBAN IT62
GO76 0111 7000 0101 3577
125 a cui chiunque può inviare un
contributo che verrà utilizzato per realizzare un progetto sociale per la
comunità di Santomenna.
Alcuni commenti lasciati sul blog www.santomenna.blogspot.com
-Il
tuo libro é sicuramente un delizioso atto d´amore per il tuo paesello e per il
nostro mitico sud. Domenico Robertazzi (
Germania)
-Ricordo
le donne di Santomenna che lavoravano alla raccolta dei pomodori, quando
sostavano ad Eboli e si dividevano all’entrata del paese, per aggregarsi al
padrone di turno. Ricordo molti autobus stracarichi di donne anche di altri
paesi, erano centinaia. Anche i ricordi dei mietitori in Puglia. Questa storia
l’ho sentita raccontare da mio suocero Pasquale Turi che da giovane ha vissuto
questa dura esperienza. Anche certi discorsi sulla mietitura a Santomenna e
sulla scaletta da seguire per trebbiare. Troppi fatti mi trasportano in quella
vita contadina e di miseria. Mi hanno commosso. …
Ci
si accontentava di quello che passava “il convento”, ma alla prima occasione si
diventava aquilone e si prendeva il volo verso terre lontane, pur se con la
morte nel cuore . Rolando Capozzoli
(Torinio)
-“ Il suo libro professore Salandra, ci riporta
al centro delle nostre radici. Un ringraziamento particolare a lei professore,
per il suo minuzioso lavoro di ricerca e produzione di uno spaccato di storia
che, per nessuna ragione può e deve essere perduto. Ancora un grazie,
Professore, per la Sua
importante iniziativa di devolvere i proventi delle offerte per la
distribuzione di questo libro, ad attività di pubblico servizio nel territorio”
Angelica Saggese Senatrice della
Repubblica
-Un
libro bellissimo da leggere tutto d'un fiato come ho fatto io. Filomena
Il commento, secondo me più azzeccato lasciato
sul blog
“A pensare a tutte quelle cose vissute, perché io le ho vissute, mi viene tanta malinconia, e
tanti brutti ricordi, per questo motivo mi vengono le lacrime ma tanta gioia di
averle sorpassate.. "
A seguire due, fra le numerose
recensioni,che meglio hanno colto il senso del mio libro.
Santomenna:
come ”ricostruire” un paese
Ho
camminato in lungo e in largo per il paese di Santomenna, ho visitato i suoi
monumenti, le sue strade non entrandoci fisicamente con scarpe e tutto, ma
scorrendo avanti e indietro il bel libro che Andrea Salandra gli ha
dedicato, con amore di figlio, con scrupolo e diligenza di ricercatore, in
grado di avvalersi della comunicazione tecnologica, con cui si possono
collegare in un clic uomini e ricordi lontanissimi. In verità è un album, più
che un libro, un album della memoria che
raccoglie numerose storie individuali o familiari, di molti sammennesi, da
testimonianze dirette e da ricordi ancora ben nitidi, riuscendo a documentare
per esteso circa un secolo e mezzo di storia (compresa l’immane epopea della
Grande Emigrazione) e a comporre la memoria collettiva in un dettagliato
profilo della vita e della cultura di una comunità contadina del Mezzogiorno,
bersagliata nei secoli da terremoti e calamità varie, eppure capace di
riprendersi ogni volta, di ricostruire nuove opportunità di sopravvivenza e
insieme spazi e simboli comunitari e identitari. Si può pensare che queste
vicende non sono affatto originali o esclusive di Santomenna, ma si ripetono
per un’infinità di paesi, dalle Alpi a Lampedusa, ma non è poco poter sapere in
modo documentato che per quelle persone, per quelle famiglie, le cose sia
andate come sono andate: sono tutte storie di vita, di vite vere, tutte uguali
e diverse per dettagli e ragioni speciali, da cogliere con empatia e insieme
con l’attenzione filologica che la storia della memoria richiede. Va detto che
l’autore si è trovato a fare i conti con una memoria dispersa ai quattro angoli
della Terra da un’emigrazione antica e recente, (che lo ha interessato
direttamente), una memoria, però, mantenuta viva un tempo da una fitta
corrispondenza e soprattutto dai ritorni a casa per le feste o le ferie e oggi
dalla diffusione di internet, che non solo ha facilitato il ritrovarsi, ma ha
permesso di avvicinarsi, di dialogare, di riannodare i fili, di riconoscersi
ancora membri della stessa comunità, in via di ricostituzione, ma già con un
patrimonio di storie, di immagini, in parte fissate, nero su bianco, in un
libro, in parte ancora in aria, ancora da trascrivere, anzi da trasmettere. Quello
di Andrea Salandra
è pertanto un libro aperto, un libro continuo, come fanno pensare la lunga e
magnifica galleria fotografica in fondo al volume e la presenza del DVD con le
registrazioni in diretta (i testi del parlato, in qualsiasi dialetto del mondo,
non sono mai facili da trascrivere, perché sono detti e non scritti e così
vanno conservati e diffusi): si tratta in entrambi i casi di frammenti, di
tasselli di vita, di memoria, di storia, che continueranno ad accumularsi e ad
arricchire il patrimonio di umanità della comunità a cui si riferiscono,
comunità destinata, forse anche grazie a un libro come questo, ad avere ancora
una vita lunga e felice.
Giovanni
Viviani, paesologo, Preside, oltre che apprezzato cultore della civiltà
contadina della Valpolicella, e non solo ..
E’
il bel libro formato album che Andrea Salandra, preside in pensione, emigrato a
Verona circa 40 anni fa, ha scritto con perizia e rigore storico, anche se la
sua formazione è scientifica. Lo ha presentato di recente insieme a parenti,
autorità ed amici nella sua cittadina natale. Dalle pagine che scorrono con un
corredo di foto in bianco e nero emerge il suo amore per il paese natale.
“Spero che con il ricavato di questa pubblicazione- dice- si possa finanziare
qualche attività sociale di Santomenna”. .. Il libro di 164 pagine con
un’appendice fotografica ponderosa riserva un capitolo rilevante
all’emigrazione italiana nel Novecento, tema, come i nostri lettori sanno, a me
particolarmente caro. L’autore ha ricostruito il flusso dell’emigrazione dal
paesino dell’alta valle del Sele verso le Americhe, tra cui proprio la famiglia
Salandra. Tramite il sito del grande museo dell’emigrazione USA di Ellis
Island, il prof. Salandra è riuscito a ricostruire gli sbarchi di suoi parenti
e di altri sammennesi che lasciarono la propria terra. Tra quelli che
maggiormente si distinsero sul suolo americano l’autore ha ricordato in un
capitolo Frank Carlucci, diplomatico e uomo politico, nato in Pennsyilvania e
laureatosi a Princeton. Fu anche vicedirettore della CIA. Nel libro si
raccontano anche storie di emigrati in Argentina, in Venezuela, in Australia,
Svizzera, Belgio. Sono altri i sammennesi che si distinsero nei loro paesi di
accoglienza e che qui per ragioni di spazio non possiamo ricordare. Il testo
costituisce anche uno spaccato della società meridionale negli anni
immediatamente dopo la seconda guerra mondiale, con una descrizione dettagliata
della civiltà rurale e degli antichi mestieri artigiani ormai quasi del tutto
scomparsi. La mietitura, la cattura delle api, la preparazione della calce
viva, la preparazione della carbonella erano tutte attività legate a quella
civiltà che ormai vivono solo nei ricordi degli anziani. Non sono trascurate le
abitudini alimentari di una volta, i giochi e i passatempi che si praticavano
quando ancora non c’era la televisione. Il capitolo delle superstizioni e delle
magie nell’immaginario del mondo contadino richiama alla memoria le magnifiche
pagine del famoso libro di Carlo Levi Cristo si è fermato ad Eboli.
Altro capitolo interessante è quello dedicato alle feste che si celebravano e
ancora oggi si celebrano in paese tra cui la più importane quella di S. Maria
delle Grazie. Al libro, che si sfoglia come un album di ricordi, è allegato un
CD che contiene interviste e testimonianze dei sammennesi, molti dei quali
emigrati all’estero e tornati perché attratti dal richiamo del loro paese
natio. E’ forse proprio questo il senso del contributo storico, letterario e iconografico
che il prof. Salandra ha voluto dare con questo prezioso libro alla sua
cittadina natale: l’orgoglio delle proprie radici, l’appartenenza ad una
comunità che si porta nel cuore.
Carissimi, tante sincere congratulazioni per la pubblicazione " Santomenna...". veramente "sui sentieri della memoria"!E' un lavoro molto ampio e interessante -e non solo per i nativi o residenti- ricco, completo, articolato: siete stati bravissimi, in primis tu Andrea, autore dell'opera ma anche i tuoi collaboratori , soprattutto la cara Laura. Dev'essere stato per voi sia un grande impegno sia un' intima soddisfazione unita alla commozione di andare alla ricerca di luoghi, persone, vicende ,ricordi lontani per far riaffiorare un passato, talora assopito ma mai dimenticato, sul filo della memoria di tanti! La lettura ha appassionato anche me che quel mondo ovviamente non conoscevo; inoltre mi ha fatto emozionare e riflettere sulle mie esperienze dell' infanzia ,anch'io con radici paterne meridionali.....E alla mia attuale età quando "breve la speme e lunga della memoria il corso" (Leopardi riadattato dall'Agliuzza) è un esercizio consolatorio nonchè frequente. Bellissimi i due pensieri introduttivi di pag. 9 : condivido pienamente, speriamo il meglio per il futuro.
Grazie per questo vostro gradito dono e un affettuoso abbraccio Piera Liuzza
L’articolo
apparso sul giornale L’Arena per annunciare la presentazione del libro alla
Sagra di Santa Croce ( 6-sett.-20139)