venerdì 28 giugno 2013

IL SOSTEGNO DELL'AMMINISTRAZIONE DI SANTOMENNA

Parole d'apprezzamento, patrocinio morale e soprattutto un bel sostegno economico da parte dell'Amministrazione Comunale di Santomenna.
Un grazie particolare al Sindaco dr. Massimiliano Voza.
A parte la delibera, pubblicata anche sul sito del Comune di Santomenna.
GRAZIE !!!!!!!!!!!!!!

mercoledì 26 giugno 2013

FESTA DI LUGLIO: UN SALUTO A TUTTI I SAMMENNESI

Cari sammennesi, anche quest'anno si avvicinano le feste di luglio.
Grazie al lavoro del Comitato festa già fervono i lavori per creare il clima  ( luminarie, palco, ecc.).
Per esperienza so quanto è dura in questi giorni vivere lontani dal nostro paese.
Da qualche anno mi ritengo fortunato in quanto riesco ad essere presente.
Quest'anno ancora di più, in quanto sono riuscito nel mio intento di regalare alla Comunità una pubblicazione in cui cerco di ricordare e riproporre uno spaccato di Santomenna dal dopoguerra al terremoto. Ovviamente nel libro non potevo tralasciare di parlare della nostra "Festa". Dato il momento ve ne propongo una parte.
Colgo l'occasione per ricordarvi, che proprio per onorare maggiormente la nostra festa ho deciso di presentare il libro a ridosso della festa. 
Chiunque volesse ordinare il libro ci invii la richiesta ( con l'indicazione dell'indirizzo a cui spedirli). Il contributo, che verrà utilizzato per realizzare un'opera sociale a Santomenna, può essere versato anche con carta di credito. Infatti per rendere il più possibile trasparente la raccolta, abbiamo aperto  un conto corrente postale il cui numero è 1013577125 intestato a nome del Comitato "Santomenna sui sentieri della memoria". Al numero è associato un codice IBAN le cui coordinate sono IT62G0760111700001013577125.


 
dal libro Santomenna: sui sentieri della memoria a pag. ..121
La festa della Madonna delle Grazie
L'anno solare, come in tutte le civiltà contadine, è scandito da numerosi momenti ai quali si ricollegano tutta l'attività lavorativa e la vita quotidiana. Perciò, oltre al giorno della festa patronale, a Santomenna sono. particolarmente sentite le feste che ricorrono secondo scadenze legate al volgere dell'anno cosmico e dell'anno liturgico della chiesa cattolica. Queste feste oggi sono, per certi aspetti, inserite nel ciclo consumistico-lavorativo della società moderna; tuttavia hanno conservato qualcosa di autentico che ancora, spesso a livello inconscio, continua a coinvolgere sentimentalmente e gestualmente anche coloro che, per ragioni di lavoro, sono costretti a vivere lontano.
Oltre alle festività di Natale e di Pasqua, particolarmente sentite sono quelle della domenica delle Palme e del Corpus Domini. 
In passato la domenica delle Palme, con lo scambio del ramo di ulivo, costituiva l’occasione per superare le eventuali inimicizie, screzi sorti durante l’anno. Molto atteso, da parte dei bambini, il momento in cui durante la messa alzavamo, per farle benedire, le palme adornate da confetti colorati.
Molto partecipate erano anche la Via Crucis del Venerdì Santo e la processione del Corpus Domini. In quest’ultima occasione le strade venivano disseminate di fiori di ginestra e abbellite da candide lenzuola e sgargianti coperte esposte alle finestre e opportunamente illuminate con lumini e/o lucerne.
Altri momenti di aggregazione coincidevano con la fiera di S. Felice, le feste di settembre e la festa del Patrono (11 novembre).

Ma la festa per cui vale la pena di ritornare al paese natio resta quella della Madonna delle Grazie.
Per difetto di documentazione non mi è stato possibile fissare l’epoca precisa dell’origine della festa, nemmeno mi risultano leggende o fatti miracolosi che possano aver generato l’evento e questo forte rapporto, sicuramente secolare, che lega la Madonna delle Grazie ai sammennesi.
 L’appuntamento annuale unisce la fede cristiana e la cultura del popolo e, secondo alcune testimonianze, una volta richiamava anche gente dalla vicina Puglia. La festa, legata alla dimensione agricola della nostra comunità, è nata come momento di ringraziamento per qualche beneficio ricevuto e per richiedere la protezione dei singoli e l'allontanamento da ogni tipo di male per il futuro. 
È un momento di espressione massima della cieca fiducia nella potenza della Madonna e nella sua materna disponibilità sebbene, nel corso del tempo, come in genere tutte le feste patronali, sia stata allargata ai paesi vicini e abbia assunto, per l'evoluzione della società, più le caratteristiche della sagra che
quelle del ringraziamento. La festa di luglio, dedicata al Cuore di Gesù ed alla Madonna delle Grazie, rappresenta comunque il massimo: una ricorrenza per la quale, già da maggio, lavorano molte persone che costituiscono un Comitato festa. Il due luglio tutti, anche quelli che vivono all’estero, si riappropriano di una
identità culturale dimenticata. Luminarie, fuochi d’artificio, bancarelle, bande musicali, concerti, sono la cornice di una festa singolare che raggiunge il suo punto focale con la suggestiva processione durante la quale si chiedono grazie, talvolta urlate, si formulano voti, talvolta silenziosi, leggibili soltanto dalle facce contratte nella commozione. Mentre il corteo processionale attraversa le vie del paese con la statua ornata di doni votivi in oro o argento, su lunghi nastri vengono attaccati biglietti di cartamoneta: rito effettuato in genere solo dalle donne che attendono davanti alla porta di casa il passaggio della Madonna, quasi a puntualizzare un loro ruolo nella società patriarcale. A proposito dell’oro della Madonna, alcuni hanno ricordato che don Modesto, durante i bombardamenti, si preoccupava di salvaguardare il “mantello” che, a quanto pare,
scomparve nel 1952. È rimasto sempre un mistero questa improvvisa sparizione dell’oro. ....
Lungo il percorso gli emigrati colgono l’occasione della processione per salutare l’amico o il parente, dimenticando di star partecipando ad una funzione religiosa. La gente sgomita per farsi fotografare accanto alla statua o per portare la Madonna anche solo per un piccolo tratto: se emigranti, porteranno poi la foto nei luoghi di lavoro e la conserveranno come una specie di talismano e come unico legame col paese
natio. La processione viene accompagnata da canti intonati con vocalità particolari il cui sapore antico spesso viene sopraffatto dal suono degli strumenti musicali della banda che li copre con "marcette" più o meno intonate. L’elemento più caratteristico della processione sono le cénte votive (la cinta), che di solito
aprono sempre il corteo immancabilmente seguito dalle autorità locali. Le cinte sono portate in testa dalle donne (che una volta percorrevano il tragitto scalze) che alla mattina le hanno presentate in chiesa per la benedizione davanti all'altare, al cospetto della statua del patrono.

In passato molte donne precedevano la processione reggendo sulla testa un pesante “mezzetto” colmo di grano e addobbato, come un trofeo, con nastri, trine, veli, collane, luci variopinte e l’immancabile figura della Madonna. Per abbellirlo ed impreziosirlo, venivano utilizzate anche coperte lavorate all’uncinetto in maniera artigianale. Il “mezzetto” conteneva il grano che si intendeva donare alla Madonna per ringraziarla della protezione ricevuta o per chiedere una grazia: siccome era piuttosto pesante spesso le donne si avvicendavano nel suo trasporto. Talora era solo un simbolo dell’offerta che si intendeva fare e conteneva pochi chili di grano, collocato su un’ imbottitura interna del “mezzetto”.
Da un po’ di tempo i “mastri di festa” (Comitato) cercano di incoraggiare il ritorno al “mezzetto”, sicuramente più consono alla tradizione: già se ne sono visti alcuni, osservati con una certa curiosità soprattutto dai più giovani: insomma la tradizione continua, sebbene con “mezzetti” vuoti.
Il tutto si svolge sotto il vigile sguardo del Comitato che, nel giorno della festa, rappresenta in paese una sorta di autorità indiscussa. Il corteo sfila per le vie principali del paese, che lo sviluppo urbano conseguente al terremoto ha dovuto necessariamente modificare. Non sono rari casi in cui gli abitanti condizionano le loro offerte al passaggio della processione per la loro via.
Il pranzo della festa è stato sempre basato su alcuni piatti tradizionali: ricordo il profumo del ragù di castrato che andava a condire i ravioli o più semplicemente quella pasta (ziti) che veniva lasciata spezzare ai bambini: il tutto era servito con formaggio pecorino locale. Non era raro, in attesa della festa serale, invitare a pranzo qualche amico forestiero.
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martedì 25 giugno 2013

C'E' ATTESA PER LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO

Dopo "La Città"  anche il giornale "Le Cronache del Salernitano" dedica spazio al libro che domenica 30 giugno alle 17.45 viene presentato nel piccolo centro dell'Alto Sele ( vedi locandina)

venerdì 14 giugno 2013

IL 30 GIUGNO VI ASPETTO A SANTOMENNA

Considerato le numerose richieste pervenute dall'estero sono molto fiducioso che anche a Santomenna, ed in tutta l'alta Valle del Sele, il libro avrà molte richieste e ci permetterà, con il ricavato  delle offerte, di realizzare  qualche buona opera sociale ( già sono arrivate delle proposte).
Il  lancio ufficiale del libro costituirà l'occasione per parlare dell'emigrazione nella civiltà contadina.
A parte il manifesto dell'evento del 30 giugno ...

CHI E' IN ZONA NON MANCHI ALL'APPUNTAMENTO

giovedì 6 giugno 2013

FANTASTICO: IL LIBRO E' MOLTO RICHIESTO

Leggi sino in fondo ... c'è anche un link ad un video

Fantastico, ad un mese dall’uscita delle prime stampe sono state richieste quasi 200 copie. A parte quelle date ad alcuni amici di Verona, tutte le altre hanno raggiunto i nostri “paesani” sparsi nel mondo.
ÿ        N° 30 COPIE  AD  ALFONSO FIGURELLI  in Argentina
ÿ        N° 10 COPIE A MARY NICOLETTA in Canada
ÿ        N° 25 COPIE A PETER FEGORELLO a  New Jersey  USA
ÿ        N° 20 COPIE A ANTONIO MONTALABANO, New Jersey  USA
ÿ        N°12 COPIE A  ROLANDO CAPOZZOLI a  Torino
ÿ        N° 6 COPIE A DI NICOLA ANTONIO a Firenze
ÿ        N° 30 COPIE A MICHELE CALBRESE /TURI GIUSEPPE a Bologna

Mancano ancora gli amici del Venezuela ( conto sull’impegno di Alfredino), dell’Australia oltre che  tutti gli emigrati europei i quali, sono certo, ritireranno le loro copie durante le meritate vacanze di luglio.


Con le offerte che ci arriveranno da questi amici riusciamo certamente a saldare le spese di stampa/duplicazione DVD in buona parte già coperte da alcuni sponsor di Santomenna tra cui alcuni imprenditori molto legati al nostro paese. ( sono in corso altri contatti)

Tutte le offerte che arriveranno ora potranno essere destinate alla realizzazione di un’opera sociale In base all’entità delle offerte decideremo, tutti assieme, cosa regalare alla nostra comunità.
Sono fiducioso che durante le Feste di luglio anche coloro che vivono a Santomenna ritireranno le copie rimaste e sapranno essere generosi.

Cercheremo di operare con la massima trasparenza. Per questo motivo abbiamo chiesto di aprire un conto corrente postale. Fra pochi giorni comunicheremo il numero del conto ( IBAN) su cui ognuno, in modo particolare quelli che non vivono in paese, possono versare il loro contributo attraverso bonifico bancario e/o con la carta di credito.

domenica 19 maggio 2013

IL LIBRO SU SANTOMENNA COINVOLGE ANCHE GLI AMICI DI VERONA


La mail inviata agli amici di Verona
Amici carissimi,
questa volta una News insolita da parte di chi ogni tanto vi ha “disturbato” con le iniziative di Prospettiva Famiglia o con le attività della Circoscrizione.
Dalla politica per un poco  vorrei “disintossicarmi “. Se la situazione politica nazionale è disastrosa ancora peggio è quella a livello locale: ormai alle Circoscrizioni non viene lasciato alcun potere, il più delle volte il loro ruolo viene offeso e mortificato.... meglio fare altro !!
Nel frattempo ho trovato il tempo per ritornare alle mie origini e dedicarmi al mio paesino natio al quale sono rimasto sempre legato.

giovedì 9 maggio 2013

DALL'ARGENTINA E DAL CANADA I PRIMI ORDINI DEL LIBRO

Sono arrivati i primi ordinativi del libro... dall'Argentina e dal Canada.
L'amico Alfonso Figurelli, per il momento, ne ha ordinato trenta ...
Ringrazio Afonso che sin dall'inizio ha sostenuto ed incoraggiato la mia iniziativa.
Un'altra decina verranno spediti a Maria Nicoletta in Canada. ,,, grazie anche a te Maria.
Il blog ha avuto più di 1700 contatti ... se son fiori fioriranno.
Mi farebbe piacere che qualcuno coprisse l'area de
gli Stai Uniti

VEDI AVVISO RIGUARDO AGLI ORDINI

venerdì 3 maggio 2013

AVVISO RIGUARDO ALLA DISTRIBUZIONE DEL LIBRO

AVVI S O

In questi giorni sono state consegnate le prime stampe del libro "Santomenna: sui sentieri della memoria" scritto dal nostro concittadino Andrea Salandra. Una raccolta di foto e testimonianze che raccontano il difficile periodo dell'emigrazione e la vita negli trenta/sessanta.

Il Comitato, su suggerimento di Andrea, ha ritenuto di far arrivare queste
prime copie a coloro che vivono all'estero o comunque fuori Santomenna.

A fine giugno, arriveranno le altre copie e verranno  date in paese.

L'INTENTO E' DI FARE AVERE IL LIBRO A TUTTI I  SAMMENNESI IN OCCASIONE DELLA FESTA. 
Un modo per rendere ancora più partecipata la "NOSTRA FESTA".

E' INTENZIONE DEL COMITATO ORGANIZZARE UN EVENTO LEGATO ALLA PUBBLICAZIONE IL PROSSIMO 30 GIUGNO.

Si chiede ai sammennesi che abitano in paese di avere pazienza.

Preghiamo tutti coloro che intendono fare pervenire in "ANTEPRIMA" il volume ai loro parenti all'estero di segnalare il/i nominativo/i ad uno dei componenti del Comitato.
UNA VOLTA RACCOLTE LE SEGNALAZIONE  PROVVEDEREMO A SPEDIRE LE COPIE.

LA PUBBLICAZIONE VIENE DATA IN CAMBIO DI UNA OFFERTA CHE POTRA' PERMETTERCI DI REALIZZARE QUALCHE OPERA SOCIALE PER SANTOMENNA.

Il Comitato: Filomena Calabrese, Annamaria Di Gianni, Davide Calabrese e Michele Di Geronimo

La tradizione contadina che unisce


Un brano scritto da Raffaele Loffa, ex Sindaco di Carife.
La tradizione contadina che unisce


Nel corso dell’anno, di buon mattino, potevi assistere ogni giorno ad una scena veramente simpatica: preceduta da un ritmico e cadenzato scalpitìo di zoccoli ferrati sul selciato delle vie cittadine un asino, con il padrone già a cavallo,  si avviava verso la campagna percorrendo una strada che conosceva ormai a memoria, tanto che si poteva dire che non era il contadino a guidare “la vettura con il pelo” verso il duro lavoro di una nuova giornata, ma era proprio la povera bestia a guidare l’allegra compagnia.
Del curioso corteo facevano parte,  quasi sempre, una riluttante capra che, legata con una fune (“la zoca”) al basto (“la varda”), si lasciava trascinare seguita da una pecora quasi rassegnata. Pecora e capra belavano il proprio disappunto, perché avevano lasciato a casa i loro piccoli, che avrebbero rivisto e allattato solo a sera.
 La maleodorante compagnia era arricchita dalla presenza di un allegro e impertinente cagnolino “da pagliaio”, che abbaiava la sua gioia zigzagando davanti a tutti a destra e a sinistra; se incontrava qualche ringhioso cane più grande aveva paura, metteva la coda tra le gambe e si rifugiava al sicuro tra le zampe dell’asino o del mulo. L’allegra brigata era chiusa quasi sempre da una donna che, portando in equilibrio sulla testa una cesta (“ la cosc’na”), con le mani sui fianchi, seguiva quasi in disparte.
Spesso, invece della cesta, le donne portavano sulla testa la culla con dentro il bambino piccolo: tra una poppata e l’altra avrebbe sgambettato tutto il giorno nella sua “cunnula” (dal latino “cunulae” ), sistemata all’ombra di un albero, con il rischio di vedere aggirarsi nei paraggi un serpente, attratto dall’odore del latte, che il piccolo portava con sé.
Dal zinale di lei (“lu sunual’”), tenuto allacciato in vita da una striscia di stoffa, pendeva la lunga e pesante chiave di casa.
 A sera quasi inoltrata la stessa scena si ripeteva…al contrario.
Ad andare a cavallo era il più delle volte il poco “cavaliere” e solitamente più acciaccato ed affaticato uomo: alla donna era consentito aggrapparsi alla coda dell’animale e farsi trascinare lungo le salite più ripide, che conducevano verso Carife.
In alcuni momenti dell’anno, specialmente durante la trebbiatura e la raccolta delle olive, il “traffico” di animali e persone era molto più intenso e spesso le “fontane abbeveratoio” dell’Addolorata, delle Fontanelle, dei Fossi, del Giuliano si  riempivano e si intasavano di animali in attesa di dissetarsi.
Il segno che in casa si produceva il formaggio veniva dato dalla presenze delle fiscelle di giunco (“fascedd’”) e, soprattutto, dal “casiere”, una sorta di trabiccolo incannucciato appeso al soffitto, lontano da gatti e topi. Su di esso venivano disposte ad asciugare in bell’ordine profumate pezze di formaggio e di cacio ricotta (“masciottole”). Accanto c’era sempre il maleodorante “quaglio”, uno stomaco di capretto nel quale fermentava il latte spesso rabboccato.
Ricordo che noi bambini aspettavano ansiosi la cagliata, perché potevamo mangiare il “siero” tutti insieme in una grossa zuppiera, nella quale, oltre ai pezzi di pane, era possibile “pescare” o catturare a gara qualche saporitissimo pezzetto di formaggio, che nostra madre, magari volutamente, si era lasciato sfuggire: davvero una squisitezza. Ma forse, oltre alla bontà di ciò che mangiavamo, era proprio la fame a far sembrare tutto più saporito, altro che Kinder fetta latte… e merendine varie, omogeneizzati e biscottini Plasmon…
Certo oggi è diventato tutto maledettamente complicato e molti, a incominciare da me, vorrebbero vivere in altro mondo, in un altro tempo, in un altro luogo, magari in un altro corpo, che ci costringe spesso a lunghe attese nei laboratori di analisi, nelle anticamere degli specialisti, a imbottirci di pillole e pasticche, secondo orari scanditi dal suono del promemoria di un telefonino…
Tutto questo a qualcuno potrebbe apparire retorico, decadente, patetico, prosaico ma così è e bisogna farsi coraggio e andare avanti, senza vigliaccherie…e senza facili catastrofismi.
Non avendo ancora nipoti racconto la mia storia, che è in fondo la stessa per molti altri tra di voi, ai figli e ai nipoti dei miei amici e di quanti hanno vissuto quel mondo, nemmeno tanto lontano…
La vita è bella e merita di essere vissuta, anche quando sembra che non ti trovi più a tuo agio e vengono meno i punti fondamentali di riferimento. Te ne accorgi quando vai al cimitero nuovo o a quello vecchio: centinaia di volti noti fin dall’infanzia ti osservano dalle loro lapidi e sembrano dirti: “Prenditela comoda quanto vuoi, ma sappi che qui tutti noi ti stiamo aspettando…”

FRESCHI DI STAMPA

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